Il bimbo ferito

Il bimbo, in corsa incontro ad altri bambini e colleghe, si ferma di colpo.

Il suo spontaneo e naturale desiderio d’incontro, immediato e di corsa, s’inceppa su un pensiero.

La concorrente corsa del pensiero sul Covid evoca istantanea la paura.

E la paura rapidissima (molto più delle sue gambe), ha fatto scattare in automatico la norma anti-virus che gli ha di continuo martellato testa, cuore, sguardi di rimprovero, carcerazione in casa, assenza degli amici e …privazione della corsa.

Il lungo periodo di stasi e sofferenza, s’è concentrato là, nell’arresto.

Prego di porre attenzione alla ricorrente parola “corsa”.

Insinua, ma soprattutto rappresenta, la velocità con cui si muovono le emozioni. La paura in particolare, collegata coi pensieri, velocissimi.

Paura maltrattata e peggio usata.

Come giornalista, il parlarne mi strugge dentro.

Gran parte delle notizie – meglio – il modo in cui sono date, sollecita le emozioni, e annessi pensieri distorti. Anzi le provoca, deformandone la funzione e il senso. Non per sostenere la vita, ma per altri scopi. Certo in funzione della vendita delle notizie (buona cosa del resto).

Poi, per quanto riguarda il potere e il consenso, ci basta Trump.

Covid – Emozioni – Informazioni – Opinioni – Dibattiti – Protagonismi – Risse – Conferme e Smentite – Norme e contro Norme – Proibizioni e Divieti – Visioni e Divisioni – Immagini – Commenti e contro Commenti – Disfatta delle scuole chiuse – Parchi e Piazze sprangati – Presenze e Scomparse – Camion di morti – Persone piangenti distrutte – Lamentele dovunque – Perdita di lavoro e di affari – Morti.

Tutto questo è finito negli orecchi sensibilissimi e negli occhi attentissimi dei bambini. Apparentemente assorti altrove, mentre mente e cervello sono spugne assorbenti ogni cosa che vibri nell’aria e abbia un sapore sensibile.

Attaccato alla vita.

Proiettato all’esterno e senza filtri, il bimbo.

Al posto di pavimenti e percorsi sicuri, il bambino oggi trova inciampi e recinti, che intralciano e confondono tutto. Il normale diventa impossibile.

Si blocca, sgrana gli occhi, si confonde, non ha risposta, diventa insicuro.

Bisogna ridargli il piacere della libertà e il gusto della vita.

Dovere di me adulto – di ogni adulto – è di far evolvere questa situazione allarmante e togliere i danni subiti dai bambini il più presto possibile.

Sul “come” mi ci provo, seguendo alcune regole base dell’appartenenza emozionale e affettiva.

1° – Prendere contatto e lasciar emergere il bambino piccolo che ognuno porta dentro e, mentre lo si ritrova, ascoltare la sua voglia di novità, freschezza, entusiasmo, curiosità, apertura, creatività, libertà, scoperta, movimento, identificandolo con il bimbo o bimba che sta con noi. Così si spalancano le porte all’empatia e alla gioia di stare insieme e trovarsi con il desiderio di futuro e con tutto il mondo intorno. Quindi prima di tutto sintonizzare desideri e sentimenti con quelli del bimbo, perché in lui siamo noi stessi.

2° – Nella pratica quotidiana, ascoltare e abbracciare i bambini, quando sono tesi e quando si fa una correzione importante o si pone qualche regola per un comportamento sicuro.

3° – Mostrare d’aver piacere della sua/loro presenza e dedicare del tempo per comunicare tale piacere con la propria presenza loro dedicata. Il bambino gradisce questi momenti magici, più dei mille regali e oggetti di gioco, perché ha bisogno istintivo e vitale di sguardo, di calore e del sapore del corpo vicino.

4° – Rispondere sempre alle domande. E ogni indicazione data abbia, magari facendo altre domande, ragioni reali, comprensione affettiva e motivazione testimoniata, cioè praticata dall’adulto. Che così diventa automaticamente autorevole e fonte di sicurezza.

5° – Evitare ogni litigio per “aver ragione”, tanto non serve a niente e si resta nella propria ragione. Ogni conflitto, invece, inevitabile “per risolvere un problema o prendere una qualsiasi decisione”, si risolva con un accordo e un segno di intesa e riconciliazione.

Cinque semplici atteggiamenti alla portata di ogni adulto e di tutti i bambini, che apprendono subito e li imitano.

E oggi sono capaci di guarire un bambino ferito e bloccato sulle “perverse ragioni” del Covid-19.

Gigetto

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